Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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8xmille senza frontiere: nuovi reportage dalla Terra Santa   versione testuale

«Occorre distruggere i muri che stanno nel cuore dell'uomo. Sono questi muri immateriali che hanno fatto costruire quelli materiali». Lo ha detto il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, incontrando nella sede del Patriarcato, nella parte vecchia della Città Santa, la delegazione della Fisc/C.E.I. (foto accanto) in Israele e Palestina per l'iniziativa legata al bando nazionale 8xmille senza frontiere che prevedeva, tra l'altro, una serie di incontri con le realtà locali tra cui la parrocchia cattolica di Gaza. 

Il Patriarca ha ringraziato le delegazione, guidata dal presidente Francesco Zanotti per la Fisc e accompagnata da don Leonardo Di Mauro responsabile del Servizio per gli interventi caritativi nel Terzo Mondo della C.E.I., per il coraggio avuto nel recarsi in Terra Santa in questo momento di difficoltà, ma «gli amici - ha sottolineato Twal - si vedono nel momento del bisogno». Il Patriarca ha poi insistito sull'informare e formare le coscienze per arrivare a una cultura della pace. A questo proposito ha ringraziato l'Italia per il legame molto speciale che esiste ormai da tempo. Ad accogliere il gruppo italiano anche don Mario Cornioli, sacerdote toscano fidei donum in servizio al Patriarcato Latino di Gerusalemme.
 
In questo numero di In Cerchio alleghiamo gli articoli scritti da Franco Colomo per il settimanale diocesano L’Ortobene di Nuoro: Libertà, lavoro e dignità, non muri”, “Vedi Gaza e poi muori”, “Gli angeli di Betlemme” e “Quando l’8xmille non conosce frontiere” di cui anticipiamo uno stralcio. Inoltre la pagina di Marina Ricci per Il nuovo Diario Messaggero di Imola con i due pezzi dal titolo “Una prigione a cielo aperto” e “Noi combattiamo studiando”.

Vi proponiamo stralci tratti da uno degli articoli di Franco Colomo.
 
“Tempi duri per l’8xmille, strumento prezioso eppure costantemente in discussione anche per gli errori di pochi che gettano un’ombra sulla maggioranza. Ma tant’è. Quei fondi che arrivano alla Chiesa grazie alla generosità degli italiani non servono solo per il sostentamento del clero ma anche per le opere di culto e per finanziare progetti a favore delle chiese più povere…I progetti attivi in Terra Santa grazie al contributo della C.E.I. con i fondi dell’8xmille sono una dozzina, come spiega don Leonardo all’inviato del Sir Daniele Rocchi: «Il loro scopo è promuovere, in collaborazione con il Patriarcato latino di Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa, la formazione e lo sviluppo, in modo particolare dei bambini e dei giovani».

Abbiamo per questo visto con i nostri occhi in che modo quei fondi sono stati utilizzati, come per la Scuola Sacra Famiglia di Gaza. Un asilo costruito con i fondi C.E.I. e distrutto dai bombardamenti è stato rifinanziato e sorgerà accanto a una struttura dedicata alle donne e voluta dall’Ong "Vento di Terra" con il contributo dell’Unione europea. «La Chiesa italiana, grazie all’8xmille e alla fiducia che gli italiani hanno verso di lei, riesce ad essere vicina a tutti i Paesi poveri e anche alla Terra Santa. Aiutare i giovani a studiare è importante. Vedere le opere realizzate con i fondi dell’8xmille rappresenta un incentivo per andare avanti su questa strada».

Non solo educazione, anche attenzione ai più deboli come avviene nella Scuola Effetà Paolo VI di Betlemme, specializzata nella rieducazione audiofonetica di bambini e ragazzi palestinesi audiolesi. C’è poi la scuola femminile "Terra Santa" nella quale è partito un progetto di piccola imprenditoria che coinvolge alcune donne.

Dai giovani agli anziani: è in fase di realizzazione il Centro giovanile Papa Francesco che sarà punto di incontro tra i giovani cristiani e locali, mentre è già attivo il centro di assistenza agli anziani della Società Antoniana, St. Antony, che supplisce alla mancanza di un sistema sanitario, previdenziale, assistenziale, società gestita da volontari che accoglie anche donne sole abbandonate e offre pasti ai più poveri con una mensa.

C’è infine la Scuola professionale Salesiana nella quale studiano quasi 300 ragazzi. Qui è attivo anche un forno, circa 80 famiglie povere ricevono il pane gratuitamente, nei giorni del blocco israeliano era l’unico attivo in città. Tanto altro ci sarebbe da raccontare, lo abbiamo letto nei volti delle persone, rimane scritto nei cuori”. 
 
La delegazione della ha fatto visita, tra l’altro, a Betlemme e alla Casa d'accoglienza per bambini disabili abbandonati “Hogar Nino Diossina”, da tutti conosciuta come la “Casa dei Gesù bambini”.
 
 
 
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