Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
 Anno 2015 » Homepage Newsletter Luglio 2016 » Formazione » 8xmille senza frontiere: "Dalla carità una nuova opportunità" (Aosta) 
8xmille senza frontiere: "Dalla carità una nuova opportunità" (Aosta)   versione testuale

Come già nei numeri scorsi di In Cerchio, anche in questo vi proponiamo uno degli articoli finalisti del bando nazionale 8xmille senza frontiere fatto in collaborazione tra il Servizio Promozione della C.E.I. e la Federazione Italiana Settimanali Cattolici. Si tratta di quello scritto da Fabrizio Favre per "Il Corriere della Valle" della diocesi di Aosta dal titolo "Dalla carità una nuova opportunità". Tutti i 6 articoli vincitori 2015 sono stati pubblicati sul Firmo dunque Dono.
 
*****
 
«Dalla Carità una nuova opportunità» è questo il nome del progetto che ha coinvolto la Caritas e il Consorzio Trait d'Union (anche attraverso la sua Cooperativa Mont Fallère) nel tentativo di dare una risposta solidale al difficile momento di crisi ricorrendo ai fondi dell'8 per mille. 170Mila euro sono stati stanziati nel biennio 2010 - 2011 e 2014-2015 coinvolgendo 28 persone e una trentina di comunità parrocchiali. «Nel contesto di difficoltà che si è creato in seguito ad una grave e persistente crisi economica, - spiega il direttore della Caritas Andrea Gatto - la diocesi di Aosta ha voluto proporre un segno concreto di speranza e di impegno, dando vita ad un nuovo progetto, che affianca ed implementa i servizi e le attività già in essere a favore delle persone prive di un’occupazione e con scarse risorse personali. L’idea di fondo è quella di offrire percorsi formativi individualizzati e fortemente orientati al lavoro a persone intercettate dai diversi servizi gestiti dalla Caritas e/o dalle parrocchie, in carico ai servizi sociali territoriali, che si sono venute a trovare in situazione di forte disagio legato alla mancanza di lavoro, con l’obiettivo di mantenerle attive e vicine al mondo del lavoro, ri-qualificarle e ri-orientarle».
 
In concreto?
Il progetto prevede lo svolgimento di attività pratiche nell’ambito delle piccole manutenzioni di stabili e nella cura di aree verdi. I destinatari dell’iniziativa risultano così impegnati in attività di piccole manutenzioni (riparazioni di serrature e infissi), stuccatura e intonacatura di pareti, tinteggiatura, verniciatura, cura di aree verdi e arredi esterni (panchine, gazebi, ecc.) presso parrocchie, oratori e altre strutture di proprietà della Diocesi. Le foto di questa pagina mostrano il sagrato di La Thuile e la cappella del Cimitero di AnteySaint-André. L’impegno previsto è di 35 ore settimanali, suddivise in cinque giornate settimanali. Le attività sono presidiate da un formatore consortile, il quale si occupa anche di tutti gli aspetti legati alla logistica, alla pianificazione e all’organizzazione delle attività formative. La formazione in aula (di circa otto ore per ciascun modulo) mira a fornire degli strumenti utili a qualificare la ricerca del lavoro ed è gestita da docenti esperti appartenenti alla rete consortile. Per Gatto è particolarmente importante la presenza delle parrocchie. «Si è puntato sul coinvolgimento delle comunità parrocchiali, perché offrissero spazi e opportunità, per permettere di dare un taglio fortemente orientato alla pratica al percorso formativo: le parrocchie possono diventare così “spazi laboratoriali”, e non solo, anche luoghi dove le persone vengono accolte, accompagnate e sostenute. L’auspicio era che tale attività possa diventare occasione di crescita anche per le comunità parrocchiali che si aprono all’accoglienza di questa esperienza, perché l’incontro con l’altro costituisce una ricchezza che ciascuno è chiamato a riconoscere. Un obiettivo raggiunto». Per Ivan Rollandin, responsabile della Cooperativa Mont Fallère e coordinatore del progetto, anche per le persone coinvolte nel progetto si è trattato di un'occasione di vedere riconosciuto il proprio ruolo da una comunità. «Faccio un esempio molto semplice – commenta -. L'aiutante del parroco ha invitato a pranzo il gruppo di lavoro preparando per loro una pastasciutta ringraziandoli per il loro impegno. Normalmente in un normale cantiere di lavoro è raro che si possa essere ringraziati per il lavoro svolto. Anche questo è un elemento che aiuta chi deve riacquistare fiducia nei propri mezzi, nella propria possibilità di rimettersi in cammino».
 
Ma qual è l'obiettivo?
Rollandin evidenzia la forte crescita motivazionale dei soggetti coinvolti. «L’aumento di competenze – spiega - è un processo che diventa più pregnante per l’individuo nella misura in cui lo stesso è consapevole del processo in atto. Il progetto definisce quindi spazi specifici per questa attività prevedendo, oltre alla formazione e alla presenza nella squadra di un formatore, la supervisione periodica individuale. Questi momenti consentiranno ai partecipanti di fare “il punto della situazione” rispetto al loro profilo professionale. Le persone saranno aiutate a rileggere le loro esperienze (formali, non formali ed informali) facendo emergere gli apprendimenti maturati, così da poter successivamente progettare le azioni da attivare per sviluppare le competenze deficitarie. Soprattutto al termine del progetto la persona avrà degli stimoli per poter proseguire il percorso di crescita professionale, essendo stato aiutato ad individuare iniziative formative, tipologie di contratti formativi, servizi da utilizzare per mantenersi attivo rispetto all’inserimento lavorativo. Anche il potere disporre di un reddito, anche se minimo, è un elemento che aiuta il cammino di reinserimento».
 
Come è andata?
Il progetto nel primo biennio ha coinvolto diciotto parrocchie dislocate sul territorio regionale ed ha permesso a 12 persone in situazione di disagio socioeconomico di beneficiare di un’offerta formativa articolata e strutturata che ha dato esiti positivi. Cinque destinatari hanno infatti trovato un’occupazione presso aziende locali; tre destinatari sono stati inseriti nei progetti LUS (Lavori di Utilità Sociale) gestiti da una cooperativa di tipo b aderente al Consorzio Trait d’Union; un destinatario è stato inserito in un corso di formazione professionale. In soli tre casi le persone non hanno proseguito il proprio percorso di inserimento lavorativo in altri ambiti. Dalla data di avvio del progetto (maggio 2014), nel secondo biennio ancora in corso, ad oggi hanno beneficiato degli interventi effettuati dai destinatari del progetto dieci parrocchie, il Seminario Vescovile e la Caritas diocesana. L'attuale progetto vedrà il quinto modulo concludersi nell'agosto 2015.
 
 
Responsabile: Matteo Calabresi - Coordinamento redazionale: Maria Grazia Bambino - E-mail: newsletterincerchio@sovvenire.it
Servizio Promozione della CEI © Copyright 2014 In Cerchio