Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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Monsignor Galantino: “la stragrande maggioranza dei sacerdoti sta al chiodo dove lo Stato non c’è”   versione testuale
“La stragrande maggioranza dei sacerdoti sta al chiodo, lavora, si impegna nei luoghi dove lo Stato in genere non c’è”. Ad assicurarlo è stato Monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della C.E.I. illustrando - lo scorso 18 marzo - il tema della riforma del clero, al centro del comunicato finale del Consiglio permanente e tema della prossima Assemblea dei Vescovi italiani a maggio.

“Non si può non prendere atto di alcuni cambiamenti epocali e di alcune necessità diventate impellenti – ha detto Galantino a proposito della riforma del clero -. Non si può chiedere a un sacerdote di stare là dove stava quando è uscito dal seminario”. In Italia ci sono oltre 26mila parrocchie, 30mila sacerdoti diocesani e 18mila religiosi, ha ricordato il Vescovo: “Alcune diocesi non hanno più sul territorio un ospedale, un tribunale, un ufficio postale, rimane solo la parrocchia”.

“Intervenire in maniera ancora più chiara anche sulla selezione dei candidati al sacerdozio”, una delle linee di impegno prioritarie dei Vescovi italiani, che ringraziano i tanti “preti in trincea” e si dicono preoccupati per l’inverno demografico, rinnovando – tramite il Segretario Generale della C.E.I. – l’appello al governo affinché “nell’agenda politica si prendano in considerazione tutti gli strumenti necessari per permettere alla famiglia fatta di padre, madre e figli di rispondere al compito che sta svolgendo di ammortizzatore sociale, primo ospedale da capo, come dice il Papa”. 
 
(Agenzia Sir)
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