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Domande frequenti   versione testuale

1. Offerte per i sacerdoti
 
 
 
 
1. Offerte per i sacerdoti
 
1.1. Dove vanno le Offerte raccolte in Italia?
I quattro canali di raccolta convogliano le Offerte verso un unico luogo: l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), a Roma. [torna su]
 
1.2. Come vengono distribuite e a chi sono destinate?
Da Roma l’ICSC ripartisce le Offerte raccolte in forma di remunerazione mensile ai 36 mila sacerdoti italiani: 33.000 preti in attività nelle 25.600 parrocchie italiane; circa 3.000 preti anziani o malati, venendo loro in aiuto dopo una vita dedicata al servizio; circa 500 preti fidei donum, cioé sacerdoti diocesani in missione nei Paesi del Terzo mondo.[torna su]
 
1.3. Esiste tuttora una forma di sostentamento del prete locale. Perché non basta?
È la quota capitaria. Ogni sacerdote può trattenere per sé dalla cassa parrocchiale 0,0723 euro (140 vecchie lire) al mese per abitante. Metà delle circa 25.600 parrocchie italiane sono molto popolate, e ai sacerdoti non manca il necessario. Ma l’altra metà conta in media 1.000 abitanti, e i pastori ricevono 72,30 euro mensili, o anche meno. Per questo vengono in aiuto le Offerte per i sacerdoti da tutti gli altri fedeli italiani. Così si fa perequazione, cioè parità di mezzi e trattamento. [torna su]
 
1.4. Perché le Offerte vanno a Roma e ogni parrocchia non provvede direttamente al suo prete?
L’Offerta è nata come strumento ecclesiale, in modo che tutti i fedeli sostenessero tutti i sacerdoti, specie quelli di parrocchie piccole o povere. L’Offerta, dal 1984, ha sostituito la congrua (stipendio assegnato dallo Stato ai preti) non solo nello spirito dell’autonomia tra Stato e Chiesa. Ma perché fosse piena la fraternità nella Chiesa. E per evitare disuguaglianze di possibilità tra parrocchie numerose e comunità più svantaggiate. [torna su]
 
1.5. Quant’è il fabbisogno annuale della Chiesa Cattolica italiana per i sacerdoti? Quant’è il mensile di preti e vescovi?
Il fabbisogno annuale della Chiesa per il sostentamento del clero è di 555,2 milioni di euro (anno 2014). Si tratta di assicurare ai 36 mila preti diocesani un minimo di 860 euro netti al mese, destinato ad un sacerdote appena ordinato, che arrivano a 1.338 euro netti per un vescovo ai limiti della pensione. [torna su]
 
1.6. Perché donare l’Offerta per i sacerdoti, se c’è l’8xmille?
Le Offerte per i sacerdoti e l’8xmille sono nati insieme, con gli Accordi di revisione del Concordato nel 1984. Ma se l’8xmille è andato incontro ad una rapida diffusione, che oggi lo ha reso un mezzo ben noto per sostenere la Chiesa Cattolica, le Offerte sono uno strumento ancora poco usato, forse anche perché richiedono un contributo personale in più. Oggi le Offerte non arrivano a coprire il fabbisogno per il sostentamento del clero. E l’8xmille lo garantisce in modo determinante. Ma le Offerte sono un segno della vita ecclesiale e dell’unità dei fedeli. Per questo vale la pena promuoverle, con fiducia nella crescita di questa raccolta fraterna, che rivela il volto della Chiesa-comunione. [torna su]
 
1.7. Perché le Offerte per i sacerdoti vengono dette anche “Offerte deducibili”?
Perché si possono dedurre dalla dichiarazione dei redditi ai fini del calcolo dell’IRPEF fino ad un massimo di 1.032,91 euro (pari a due milioni di vecchie lire) ogni anno. [torna su]
 
1.8. Quanti sono oggi gli offerenti in Italia?
Sono circa 100 mila fedeli in tutta Italia. Non è una cifra paragonabile ai milioni di italiani che firmano l’8xmille
destinandolo alla Chiesa Cattolica. Ma è il primo passo di un fronte sempre più vasto, composto da quanti vogliono crescere nella fede, esprimendo in un dono consapevole la corresponsabilità verso la Chiesa. Li riunisce la rivista trimestrale “Sovvenire”, inviata ai sacerdoti e agli offerenti (www.sovvenire.it). [torna su]
 
1.9. Perchè diventare un offerente?
L’amore è concreto e comporta piccoli sacrifici. L’Offerta è un dono che costa qualcosa in più. Ma è una scelta irrinunciabile sul piano umano e della fede.
È l’affetto verso i sacerdoti che fa compiere questa scelta. È l’esempio di quanti vediamo coi nostri occhi dedicarsi agli altri, che fa la differenza. La testimonianza viva cambia la mentalità e ci rende generosi. [torna su]
 
1.10. Quando posso fare un’Offerta per i sacerdoti?
Tutti i giorni dell’anno, e può essere ripetuta anche più volte l’anno. Ognuno dona quanto può e quanto desidera. [torna su]
 
1.11. Con chi posso parlare nella mia diocesi per avere maggiori informazioni sul sovvenire?
Le prime fonti sono il parroco, i componenti del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e, se presenti, gli
incaricati parrocchiali per il sovvenire, volontari impegnati nella formazione sui temi della corresponsabilità economica verso la Chiesa. Il parroco potrà mettervi in contatto con l’incaricato diocesano per il sovvenire. Il parroco può contattare l’incaricato diocesano per organizzare in parrocchia un incontro sul sovvenire, e chiedere testi e materiali di sensibilizzazione. La rete del sovvenire diffusa in tutte le 223 diocesi italiane fa riferimento al Servizio promozione per il sostegno economico alla Chiesa, ufficio della CEI - Conferenza Episcopale Italiana. [torna su]
 
2. Otto per mille alla Chiesa Cattolica
 
2.1. Con l’espressione “otto per mille” che cosa si intende?
La legge 222/85 ha stabilito che una percentuale del gettito complessivo dell’Irpef, pari appunto all’otto per mille, sia destinata per scopi sociali, umanitari, religiosi, caritativi e culturali. Ogni contribuente può scegliere di destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica, allo Stato, o ad altre confessioni religiose.
In quale periodo dell’anno è possibile aiutare la Chiesa Cattolica scegliendo di destinarle l’otto per mille?
Al momento della dichiarazione dei redditi. [torna su]
 
2.2. Chi può destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica?
Tutti i contribuenti che hanno l’obbligo di presentare il modello Unico o il 730 o che hanno ricevuto il modello CUD (che hanno percepito solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi). [torna su]
 
2.3. Firmando per destinare l’otto per mille si paga una tassa in più?
No. Infatti con la firma si esprime solo una preferenza per far destinare l’otto per mille del gettito complessivo dell’Irpef già versato da tutti i contribuenti.
Per quanti e quali scopi la Chiesa Cattolica deve impiegare i fondi provenienti dall’otto per mille?
La legge 222/85 prevede, per la Chiesa Cattolica, tre scopi: esigenze di culto e di pastorale, interventi di carità in Italia e nel Terzo Mondo, sostentamento del clero diocesano. [torna su]
 
2.4. Come viene ripartito l’otto per mille tra i diversi destinatari?
In proporzione alle scelte espresse dai contribuenti, senza tener conto degli astenuti.
Coloro che non sono più tenuti a presentare il proprio modello CUD, possono comunque destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica. In che modo?
Per effettuare la scelta sul CUD bisognerà apporre due firme: una in fondo al modello CUD, nella casella ''Chiesa cattolica'', facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta; e un’altra anche nello spazio ''Firma'' posto nella certificazione sotto al riquadro riservato alla scelta relativa all'otto per mille. Consegnare entro il 31 luglio solo la scheda con la scelta, in una normale busta bianca chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura “SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO E DEL CINQUE PER MILLE DELL'IRPEF”(*) secondo una delle seguenti modalità:
A. presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezione è gratuito.
B. Ad un intermediario fiscale abilitato alla trasmissione telematica (commercialisti, CAF). Gli intermediari hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio.
(*) La dicitura completa è necessaria anche se si sceglie di firmare solo per la destinazione dell’otto per mille [torna su]
 
2.5. Il cinque per mille è una scelta alternativa all’otto per mille?
No assolutamente. E’ una possibilità in più che si affianca all’otto per mille; non comporta né spese ulteriori né fa concorrenza all’otto per mille. [torna su]
 
2.6. Chi decide la ripartizione dei fondi assegnati alla Chiesa Cattolica?
La ripartizione dei fondi dell’otto per mille assegnati alla Chiesa Cattolica viene discussa e decisa in occasione dell’Assemblea Generale dei Vescovi. [torna su]
 
2.7. Dove posso trovare il rendiconto nazionale e diocesano?
Il rendiconto a livello nazionale è pubblicato sul Notiziario della C.E.I. (www.chiesacattolica.it) mentre i rendiconti diocesani relativi all’otto per mille destinati alle esigenze di culto e di pastorale e alle opere di carità vengono pubblicati ogni anno rispettivamente sui bollettini diocesani di ogni diocesi. [torna su]
 
2.8. Dagli ultimi dati emerge che le scelte per la Chiesa cattolica sono diminuite. Come mai?
Dai dati ufficiali del Ministero delle Finanze, nel 2006 è aumentato di circa 800 mila il numero delle firme dei contribuenti che hanno destinato l'otto per mille a una delle sette opzioni presenti sui modelli fiscali, passando da 16.771.186 a 17.556.884. Gran parte di queste firme sono state destinate allo Stato che dal 7,6 % è salito all'11,18%. Ciò ha causato un decremento percentuale a favore della Chiesa cattolica dall’89,82% all’86,05%, nonostante la crescita in valore assoluto delle scelte per la Chiesa stessa che da 14.893.963 contribuenti è passato a 14.934.247, realizzando un record storico. Ma le preferenze per lo Stato crescono più che proporzionalmente rispetto a quelle della Chiesa. In ogni caso è positivo l'aumento della partecipazione alla firma che supera i 17 milioni di persone. Si rafforza così la natura democratica del sistema e si conferma la stima e l’apprezzamento degli italiani verso l'otto per mille. [torna su] 
 
 
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