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La condivisione dei beni...tra cielo e terra   versione testuale


Della condivisione dei beni. Meditazione biblico – teologica è stato il titolo della relazione tenuta dal nuovo Presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Mons. Donato Negro (in foto), in occasione del Campus Comunidare 2013 (in allegato l'intervento completo del Vescovo).
  
Partendo dall’ecclesiologia di comunione, a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, e passando per il ricco e articolato lessico che riguarda le parole “comunione” e “condivizione”, Mons. Negro ha affrontato e approfondito la koinônia, come “nozione che manifesta il carattere integrale ed aperto della realtà ecclesiale", capace di inscrivere in sé ogni aspetto, e come dimensione ed espressione della vita ecclesiale: dalla condivisione della fede all’assemblea liturgica, dalla fraternità alla missione.
 
Dopo un’attenta analisi delle diverse affermazioni disseminate nel Nuovo Testamento, la riflessione del Presidente Negro approda ad un importante punto fermo con l’insistenza di Luca sulla fede che insinua il criterio teologico decisivo: nella prassi dei cristiani l’ambito dell’avere va vissuto quale conseguenza diretta della fede nel Signore Gesù.
 
Tra i punti di riflessione si legge:
 
"Quanto abbiamo appreso dalla lezione di Luca stride palesemente con la logica dominante della nostra società in cui è venuto meno non solo il discorso della condivisione dei beni, ma addirittura il significato simbolico dei beni da condividere. L’economia, che ha messo le mani su tutto, ha trasformato i beni in merci. In tal modo, si è immiserito il legame comunitario, ridotto a mera trama di interessi e confinato entro forme di vita esclusivamente contrattuali.
Ebbene, è proprio su questa realtà di fatto che le affermazioni di Luca si stagliano come una profezia ancora attuale.
 
 
Una profezia ancora attuale. Detto in senso positivamente provocatorio, il tema della condivisione dei beni presenta numerose sfaccettature e lascia intendere che si danno diverse modalità in cui i beni possono rendere più libera la nostra esistenza e più intensa la nostra comunione.
Il discorso ideale ma non fuorviante di Luca ci porta a ritenere che il modello economico dominante ha bisogno di essere radicalmente rivisto: non pochi problemi del nostro tempo potrebbero effettivamente trovare una soluzione se le energie disponibili fossero indirizzate verso la condivisione di quel che abbiamo e non sugli utili di quel che solo alcuni possono ottenere.
A me sembra che la condivisione apra nuove prospettive sulle questioni alle quali ogni generazione deve rispondere sotto la propria ed immediata responsabilità. Pertanto, una rinnovata attenzione a questa problematica ci aiuta non poco a capire che le realtà".
 
In conclusione il Vescovo scrive: “Condividere ‘edifica’ la Chiesa. Per quanto preesista e ci preceda, lo spazio ecclesiale è continuamente re-istituito e riprodotto da noi che vi prendiamo parte e ne condividiamo appunto la fede, i valori, le esperienze, la prassi. L’habitus della condivisione, pertanto, mentre riflette l’esperienza che abbiamo della Chiesa, proietta verso il futuro i comportamenti e gli atteggiamenti dell’oggi. È in questo senso assolutamente teologico che la Chiesa è tenuta in piedi da quell’habitus che è solo una pallida immagine di quella condivisione – pericoresi – eterna, infinita e traboccante di Dio Trinità”.
 
Responsabile: Matteo Calabresi
Coordinamento redazionale: Maria Grazia Bambino
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