Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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Cardinal Bagnasco: cosa è stato fatto per gli italiani, i migranti e l'Europa    versione testuale
Si è tenuto a Roma dal 20 al 22 marzo il Consiglio Permanente della C.E.I. In allegato la prolusione del Presidente cardinale Angelo Bagnasco, nella quale si legge, tra l'altro, al punto 7: "I migranti, l’Italia, l’Europa".
 
"Continua l’attenzione e l’impegno solidale del nostro Paese verso i flussi di tanta povera gente che fugge da guerra, fame, persecuzione religiosa ed etnica, alla ricerca di un futuro migliore. Sembrano essere in atto tentativi di cooperazione concreta che mirano a incentivare, in modo proporzionato e garantito, lo sviluppo e la pace in Paesi che si trovano da anni in gravi difficoltà.
 
Su questo sfondo, si colloca anche l’azione della nostra Chiesa. Essa si articola su più livelli.
 
Innanzitutto, con un’azione di sostegno direttamente nei Paesi di provenienza: per fermarci agli ultimi 4 anni, sono 2.727 i progetti di formazione e sviluppo sociale sostenuti con fondi 8xmille destinati alla Chiesa cattolica, con uno stanziamento pari a 370 milioni e 400 mila euro. In quest’ottica, va letta anche l’iniziativa straordinaria della CEI Liberi di partire, liberi di restare: punta a costruire un ponte tra le nostre Chiese e, in particolare, quelle dell’Africa e ha per beneficiari principali i migranti minorenni; il progetto prevede un impegno complessivo di 30 milioni di euro, tratti anche in questo caso dai fondi 8xmille.
 
Un secondo livello di intervento riguarda il coinvolgimento diretto anche della C.E.I. nella realizzazione di corridoi umanitari per l’arrivo in Italia di profughi, fuggiti da Paesi in conflitto: attraverso le diocesi si accompagnerà un adeguato processo di integrazione ed inclusione nella società italiana.
 
Infine, il terzo livello, vede la presenza operosa della Chiesa, in collaborazione con le Autorità locali competenti. Parrocchie, Istituti religiosi, associazioni e gruppi, Caritas diocesane e Uffici Migrantes: ogni risorsa è in campo nell’ottica dell’accoglienza sempre necessaria, ma anche nell’intento di integrare coloro che mostrano nei fatti di volerlo, di partecipare attivamente ai percorsi previsti, di imparare la lingua, di conoscere il nostro Paese e la sua cultura, di cominciare ad amarlo come il proprio, operando per il bene comune.
 
A sua volta, l’Unione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi più responsabile e meno giudicante".
 
 
 
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