Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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Ecumenismo: una delegazione della Chiesa evangelica della Vestfalia in C.E.I. per i corridoi umanitari   versione testuale
Nella giornata in cui, grazie ai corridoi umanitari, arrivano in Italia due famiglie di profughi siriani dirette a San Giovanni Rotondo, martedì 7 marzo si è svolto a Roma un incontro tra il Segretario Generale della C.E.I., Mons. Nunzio Galantino, il direttore della Caritas don Francesco Soddu e una delegazione della Chiesa evangelica della Vestfalia (Germania). Della delegazione tedesca, accompagnata da Paolo Naso della Federazione Chiese evangeliche in Italia, facevano parte, tra gli altri, il vescovo Annette Kurschus e il pastore Ulrich Moeller. Scopo del tavolo, condividere le esperienze di accoglienza – con particolare attenzione ai corridoi umanitari – e ribadire la necessità del dialogo ecumenico per sostenere questo tipo di emergenze.
In apertura, Mons. Galantino ha sottolineato il valore del colloquio come cristiani “nell’affrontare un dramma in cui, dando concretezza all’invito di Gesù ad accogliere, ci impegniamo nella creazione di corridoi umanitari che ci consentono di dare una possibilità a questi nostri fratelli”. “Per la Chiesa – ha proseguito il Segretario Generale – questa esperienza affonda le sue radici in un progetto che nasce con la legge 222 del 1985, con cui è stato istituito l’8xmille. La Chiesa italiana ha sempre avuto un ruolo chiaro a favore degli ultimi”. Mons. Galantino è partito dalle cifre: “Se si guarda al 2015, grazie all’8xmille abbiamo sostenuto 724 progetti di sviluppo e formazione per un valore di 115 milioni di euro, mentre nel 2016 abbiamo approvato 589 progetti, pari a 95 milioni di euro, che si tradurranno in interventi in 79 Paesi”.

In questo quadro, i corridoi umanitari “si affiancano alle iniziative dell’8xmille”, sono “un altro modo per rispondere alla povertà e alle emergenze. Una risposta comune in un mondo che sembra invece privilegiare i muri”.
 
Annette Kurschus, vescovo della Chiesa evangelica della Vestfalia, ha tracciato le possibili linee progettuali comuni tra le due Chiese: “in Germania viviamo la medesima emergenza e sentiamo la necessità di condividere la nostra esperienza con la Chiesa italiana, perché la Chiesa e lo Stato italiano ricoprono un ruolo importante nelle politiche di accoglienza. Siamo venuti qui per imparare da voi e collaborare insieme”.
 
 
 
 

 
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